Evidentemente le ragioni sono diverse, se sei alle prime armi con la lingua forse ti sei sentito inadeguato all’inizio e hai subito mollato, oppure hai provato imbarazzo, non ti sentivi all’altezza o addirittura ti sentivi ridicolo.

Per te che invece sei più avanti con la conoscenza, ad esempio un livello buono come il B1-B2 ma non hai più finalizzato la tua fluidità forse hai pensato che fosse già sufficiente, ma la verità è che c’è un mondo là fuori che puoi esplorare e opportunità che puoi cogliere solo se affini la tua competenza linguistica.

Sia che tu sia principiante o un buon intermedio, sappi che la pratica e la conversazione sono i pilastri fondamentali per apprendere l’inglese, ma sono solo una parte dell’equazione.

C’è un aspetto invece, che spesso viene trascurato nei corsi di lingua: il nostro stato interno e il modo in cui pensiamo all’inglese. La nostra mentalità e le nostre convinzioni possono avere un impatto significativo sul nostro apprendimento. Se entriamo in un’esperienza di apprendimento con un atteggiamento negativo o auto-limitante, potremmo trovare più difficile fare progressi.

Ad esempio, se pensiamo di non essere “portati” per le lingue o che sia troppo tardi per imparare, queste convinzioni limitanti possono diventare vere e proprie barriere nel nostro percorso di apprendimento. Ed è certo che l’inglese non si impara.

È importante sfidare queste convinzioni e sostituirle con qualcosa di più utile se si vuole raggiungere un risultato.